sabato 27 maggio 2017

LA LEGGENDA DELLA PRIMAVERA


Era una mattina soleggiata.

La foresta riprendeva vita. Il sole sorgeva imponente su tutto, la neve dello scorso inverno stava scomparendo grazie ai deboli ma tenaci raggi di sole.

Gli animali si svegliavano dal loro letargo. I prati verdi cominciavano a muoversi grazie alla fresche brezza mattutina.

Improvvisamente tutti gli animali scattarono a quel suono: lei si era svegliata.

Tutti si diressero al centro della foresta verde, dove si trovava una caverna.

Da li proveniva un dolce profumo di fiori appena sbocciati e una melodia allegra alleggiava nell’aria.

Poco dopo presero a crescere fiori di ogni genere e colore. Era davvero bellissimo.

Poi da quel buco nella pietra s’intravide una luce, riscaldava l’animo dei nostri giovani amici, i quali si sentivano di nuovo pieni di energie .

Infine si fece vedere. Aveva un vestito lungo e azzurro fino ai piedi, i capelli lunghi e biondi intrecciati con una corona fatta di fiori, le orecchie a punta s’intravedevano appena tra quei fili d’oro, gli occhi verdi ed un bellissimo sorriso.

Intorno a lei volteggiavano milioni di farfalle dai variopinti colori, e graziosissime api e coccinelle.

Mentre usciva da quella caverna, rimasta a riposo, troppo a lungo, danzava. Perché lei era cosi, un animo puro che ballava felice.

Lei rabbrividì leggermente al contatto dei suoi piedi con l'umido terreno della foresta.

Gli animali la guardavano tranquilli. Sapevano perfettamente che quella melodia era prodotta dal suo cuore di fata. Loro non la temevano.

Lei era la vita, il risveglio dopo il lungo ed interminabile sonno della natura.

Colei che faceva sbocciare i fiori, risvegliare dal letargo gli animali, lo scorrere di tutto viene ripreso non appena il suo cuore di fata riprende a battere.

Dopo un po’, si gira verso l’orizzonte e guarda oltre la foresta, lontano da quel luogo, finché lo si sente arrivare: al galoppo, più veloce della luce, allora il sorriso della nostra Fata si allarga sempre più.

Un unicorno bianco, dagli occhi blu ed il corno argentato fa la sua comparsa proprio davanti a lei.

Lei si avvicina cauta, quella creatura è ancora più fragile di lei. Apre la mano e da li appare magicamente un semino che ben presto diventa un pomo d’argento.

Lei s’inchina con eleganza degna di una vera principessa, davanti all’unicorno con il pomo d’argento rivolto verso il muso del cavallo.

Lui dapprima lo annusa con sospetto, poi lentamente lo mangia.

A quel punto lei si alza velocemente e lo accarezza con dolcezza, baciandolo sul muso.

Poi si alza in volo leggiadra come una piuma ed atterra sul cavallo, ad amazzone. Lui non sembra a disagio. Poi con un piccolo colpetto all’unicorno da parte della fanciulla, lui si volta e parte al galoppo, da dove era arrivato.

Mentre sfrecciava via, la melodia della giovane scompariva pian piano, lasciando al suo posto un dolce aroma.

E com’era apparsa, si era volatilizzata.

Gi animali che erano rimasti ad osservare la scena sapevano cosa sarebbe successo da li a poco. La fata, avrebbe passato a cavallo svariati territori, risvegliando la natura con il dolce profumo della vita.

Perché lei, è la Primavera.

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