venerdì 19 maggio 2017

LA STORIA DELLA PIPA


La pipa è un oggetto di tradizione antichissima: gli antichi Babilonesi e gli Egizi conoscevano già il fumo e la pipa. La scoperta dell’uso del tabacco avvenne in epoca moderna a opera di Cristoforo Colombo che lo introdusse in Europa insieme alla pipa, un elemento importante della cultura delle popolazioni indigene americane. La pipa veniva usata dagli indiani del Nord America nelle cerimonie ed era considerata un simbolo di pace presso i Sioux: essa era denominata “calumet”. 

In Europa, l’uso della pipa e del tabacco si diffusero nel 1559, quando Jean Nicot de Villemain cominciò a servirsi del tabacco come multi rimedio. Così, la nobiltà francese ebbe l’abitudine di sniffare il tabacco per attenuare gli effetti del mal di testa. Ma, l’uso della pipa si diffuse, in modo particolare, presso i marinai e i pescatori: le loro pipe erano di gesso, di terracotta o di pannocchia di granoturco. Nei secoli successivi, le pipe in gesso e creta furono sostituite da quelle in radica, il ciocco che si forma in vent’anni nella radice dell’erica arborea, che si rivelò un materiale ideale in quando resiste al calore e consente di apprezzare l’aroma del tabacco. 

I Francesi furono i primi a fabbricare pipe di radica, e Saint Claude divenne il centro principale di produzione. Nacque così la pipa moderna e tra l’’800 e il ‘900 si diffuse in tutto il mondo, grazie anche alla produzione industriale. È sempre rimasta viva una piccola realtà di artigiani che lavorano a mano pipe di alta qualità. Pipe che non sono usate solo per il piacere di fumare, ma sono veri oggetti da collezionismo.

La pipa generalmente è composta da una camera, dove avviene la combustione, detto il fornello, da un sottile stelo forato, detto il cannello, e da una parte terminale, che il fumatore porta alla bocca, detta bocchino.

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