martedì 11 luglio 2017

Sapete cosa sono "Le launeddas"?!


Uno dei suoni che rappresentano meglio la Sardegna è quello delle launeddas. Ancora oggi si discute sulla loro data di origine ma è certo che, sia nella musica sacra che in quella profana, è lo strumento che infonde emozioni uniche. Il suono forte e metallico, ricorda le voci dei tenores barbaricini.

Sono composte da tre canne legate fra loro con spago cerato. La canna che sta alla sinistra è chiamata Su Tumbu, produce il suono più basso, ha una sola nota e funge da basso continuo dall’inizio al termine del brano. La canna che sta al centro si chiama Sa Mancosa Manna, offre un suono di contralto e infonde una melodia con toni diversi. La canna di destra, la più sottile, è Sa Mancosedda, che produce i toni più acuti. La parte che viene introdotta in bocca e dalla quale si soffia è fornita di ancia, così come alcuni strumenti a fiato quali il clarino e il sax.

Lo strumento sardo assomiglia dal punto di vista sonoro alla cornamusa scozzese ma si differenzia per la sua più complicata esecuzione dei brani. Mentre infatti il suonatore di cornamusa sfrutta una sacca d’aria fatta di pelle di animale, che permette allo strumento di continuare a suonare anche mentre il suonatore prende fiato, per suonare le launeddas il musicista deve essere in grado di utilizzare una difficilissima tecnica respiratoria.

Caratteristiche soprattutto nel sud Sardegna, le launeddas hanno in ogni paese il loro suonatore professionale. Considerato un vero e proprio maestro, il suonatore di launeddas si esibisce durante le feste, nelle manifestazioni religiose, durante le funzioni della messa e nelle processioni, riunendo aspetti sacri e profani della cultura sarda.

Da "Sardegna e turismo"

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