lunedì 3 luglio 2017

Storia degli afrodisiaci.


Il termine afrodisiaco deriva dal nome della dea greca Afrodite, identificata dai romani come Venere, che nella mitologia era protettrice d’amore, bellezza, sessualità e lussuria. 

Tra le tradizioni che descrivono la sua nascita citiamo le due principali: 

-una attestata nell’Iliade di Omero, che la vorrebbe figlia di Zeus e di Dione; 

-l’altra tramandata da Esiodo, che la indicherebbe nata dalla schiuma (gr. aphrós) formatasi dai testicoli di Urano recisi dal figlio minore Crono, istigato dalla madre Gaia stanca di dover generare una numerosissima prole. 

Afrodite, spesso caratterizzata come vanitosa, stizzosa, permalosa, era moglie infedele di Efesto, dio del fuoco. In alcune città greche la bellissima dea aveva una festa a lei dedicata, e i rapporti sessuali con le sue sacerdotesse erano considerati un modo per adorarla. 

Celebrata nella letteratura e nelle arti di tutti i secoli, le sue vicende sono state oggetto di numerose raffigurazioni vascolari, musive, pittoriche e scultoree a partire dal VII sec. a.C. 

Ritratta spesso assieme a mare, delfini, colombe, cigni, melograni, mele, mirto, rose e limoni, nelle prime opere è illustrata alta, lussuosamente vestita, con uno specchio in mano, poi a partire dal IV sec. d.C. si presenta nuda o seminuda. 

Nelle società Greca, Etrusca e Romana si credeva fermamente per motivi magici, religiosi o terapeutici, all’intima connessione tra tavola e letto. 

I popoli dell’antichità ricorrevano a molte sostanze ed alimenti più o meno efficaci, sia per gli uomini che per le donne, atte a stimolare e potenziare sessualità, eccitazione amorosa, nonché fertilità e gravidanza. Secondo la magia erano afrodisiaci anche i genitali d’animali e i cibi che nella forma rassomigliando a falli o testicoli. 

Durante il Medioevo la categoria degli stimolanti erotici si arricchì sopratutto delle spezie. 

Dopo la scoperta dell’America, dal XVII sec. si iniziò ad attribuire anche a pomodori, patate, peperoncini e soprattutto al cacao, una valenza afrodisiaca. 

La medicina Settecentesca giudicò stimolanti i tonici (alcol, corteccia di chiana, assenzio), tutti i cibi piccanti e le spezie dall’odore intenso come noce moscata, cannella o vaniglia. 

Nell’Ottocento s’iniziò a considerare afrodisiaci anche i cibi ricchi di fosforo quali uova, pesce e formaggi. 

Infine, secondo la medicina contemporanea potrebbero svolgere funzione afrodisiaca alimenti e spezie contenenti: sedativi (vino ed alcolici), ormoni (ginseng), neuromodulatori (cacao e fave), vasodilatatori (aglio), irritanti e congestionanti (pepe). 

Da " Taccuini Storici "

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