domenica 3 settembre 2017

AVERE LA TESTA TRA LE NUVOLE.


L’umidità atmosferica, con il diminuire della temperatura, si addensa attorno a particelle solide di polveri in sospensione nell’atmosfera, formando le nubi. Vi sono nubi alte, medie, basse… Questo fenomeno dipende dalla temperatura e dalla quantità di vapore acqueo contenuto nell’atmosfera. L’aria che sale incontra temperature sempre più basse, l’umidità si condensa e si formano le nubi ad un’altezza proporzionale a queste due varianti: temperatura più bassa e più carica di umidità, nubi più basse; temperature più alte e tasso di umidità inferiore, nubi più alte.


Uno dei modi di dire più diffusi ed usati nel linguaggio di ogni giorno. Espressione comune anche di altre lingue europee. Essere con la “tête en l’air” in francese, “a fi cu capul in nori” in rumeno o “mieć głowę w chmurach” in polacco. I tedeschi parlano invece di uccellini: vivi nella terra del Cucù (“im Wolkenkuckucksheim leben“).

Il significato dell’espressione è: essere svagati, distratti, fuori della realtà quotidiana, come presi da tutt’altri pensieri.

A parte l’immagine della distanza delle nuvole, il detto può alludere alla commedia di Aristofane. Le nuvole, in cui viene presentato Socrate mentre medita in un cesto issato a una certa altezza da terra.

Si può dire anche: vivere con la testa fra le nuvole; avere la testa nelle nuvole.

Il disegno è a cura di Andrea Vizzotto.

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