venerdì 22 settembre 2017

SUD: IL VOLTO ANTICO DEL BELPAESE.- Rossano e il suo Codice purpureo.


Crocevia tra l’Oriente e l’Occidente, luogo d’incontro e sintesi di diverse culture. Rossano la Bizantina o Rossano città del Codex, in omaggio al Codice purpureo, uno dei vangeli più antichi al mondo, in pergamena dipinta di porpora, a lettere onciali argentee, adorno di miniature d’arte bizantina del VI sec., inserito nella lista dei beni patrimonio Unesco, custodito da secoli a Rossano (Museo diocesano e del Codex). Il periodo storico più importante è quello bizantino: dal 540 al 1059, è stata un centro dell’Impero di Bisanzio. Nel 951-952, è sede dello stratego e diventa così la capitale dei possedimenti bizantini in Italia, che le valgono i titoli di La Bizantina, perla bizantina della Calabria, Ravenna del Sud. I tanti monasteri la rendono famosa per i suoi alti livelli di religiosità e di cultura greco-bizantina. Zona ascetica d’intensa spiritualità: san Nilo è il più illustre dei suoi figli. Il monumento più importante è la chiesa bizantina di S. Marco, costruita su una rupe nel sec. X, molto simile alla Cattolica di Stilo, a pianta quadrilatera, con tre absidi, sormontata da cinque cupolette cilindriche. Dell’abbazia basiliana di S. Maria del Patire (o Patirion) rimane la chiesa monumentale. Il Museo della liquirizia espone attrezzi e documenti legati alla famiglia Amarelli, impegnata da circa tre secoli nella produzione della celebre liquirizia.

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