sabato 18 novembre 2017

La volpe e il caprone

La volpe, una volta, era inavvertitamente caduta in un pozzo. Già la poverina credeva di dover fare una brutta fine, quand’ecco che, alla bocca del pozzo, s’affaccia un caprone spinto dalla sete. Il caprone, vista giù la volpe, le chiese se l’acqua era buona: e quella, contenta dell’occasione, si profuse a elogiare l’acqua, affermando che era ottima, quindi lo esortò a calarsi giù.

Disceso quello incautamente a causa dell’arsura, dopo che ebbe spento la sete, considerava insieme con la volpe come risalire. Allora la volpe tagliò corto e disse: «Conosco un modo utile, se davvero tu vuoi la salvezza d’entrambi. Compiàciti dunque di appoggiare al muro i piedi anteriori e di rizzare alte le corna, e io, una volta salita su, trarrò fuori pure te».

Avendo subito accettato il caprone tale consiglio, la volpe arrampicatasi su per le gambe, il dorso e le corna di esso, si trovò all’imboccatura del pozzo e, uscitane fuori, se ne stava andando. Ma poiché il caprone le rinfacciava di violare i patti, la volpe volgendosi indietro gli disse: «Amico bello, se tu avessi tanti pensieri quanti peli hai nella tua barba, non saresti disceso nel pozzo, prima di avere considerato come risalire».

Così anche gli uomini assennati devono considerare prima il possibile esito delle imprese ideate e poi porre mano ad esse.

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